Come affrontare la muta dei pappagalli

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1/6 – Introduzione

Nella guida che introdurremo tramite questo passo iniziale, ci concentreremo su un animale molto interessante: il pappagallo.
Ovviamente, la distinzione è sottile e dipende dalla lunghezza della coda,intendiamo anche la muta dei parrocchetti, i quali hanno la coda lunga,rispetto al pappagallo canonico che, al contrario, l’ha corta.
per questo motivo intendiamo come pappagalli tutti quegli uccelli appartenente, e questa è la terminologia corretta, alla famiglia degli psittacidi, in latino psittacidae.
Per questa famiglia, analizzando la muta, avremo due tipologie di mute, quella che consente il passaggio del piumaggio dei pullus, i giovani esemplari, verso la definizione, anche nei colori, dello stadio adulto e quella annuale di rinnovo del piumaggio.
Andremo a spiegarvi in soli tre passi, come riuscire ad affrontare nel migliore dei modi la muta dei pappagalli. Incominciamo questo interessante percorso tematico.
La muta è quel processo con il quale viene sostituito il piumaggio consumato durante l’anno con il volo, la nidificazione, al riproduzione, con quello nuovo. Per ogni classe del regno animale questo processo ha differenti modalità: ad esempio i serpenti perdono tutte la scaglie in un solo momento; il pelo dei cani viene cambiato gradatamente, come le piume dei volatili. Anche per i pappagalli la muta avviene in modo graduale per non lasciarli completamente sprovvisti di copertura e quindi vulnerabili.

2/6 – Il piumaggio

Chiaramente, all’interno del corpo dei pappagalli, ogni singola piuma ha un posto ben preciso di sviluppo, e di riproduzione anche del nuovo piumaggio. Per quanto riguarda la prima muta, essa si verifica tra il terzo e il quarto mese di vita, e non sarà ancora quella definitiva, gli psittacidi raggiungono l’età adulta in alcune specie al secondo anno,per altre al terzo. Questa trasformazione comporta anche il cambio di colore del becco (quindi al muta avviene a livello melaninico e la maggior parte dei becchi delle varie specie cambia dal nero dello stato di pullus al giallo degli esemplari adulti.
Inoltre, per quanto riguarda le mute successive, esse variano in base alla specifica specie del pappagallo. Generalmente si verifica una volta o due all’anno, la prima nel mese di marzo.
Attenzione perché gli uccelli in genere, per cui anche gli psittacidi di conseguenza, cambiano le penne rotte anche nei periodi al di fuori del periodo di muta, per ripristinare danni che potrebbero aggravare il volo e la direzione durante il volo. La muta è completa, progressiva e riguarda indifferentemente tutto il piumaggio dell’uccello.
Questa muta non riguarda né le ali e nemmeno la coda; l’altra avviene tra luglio e settembre. Le penne di quasi tutti i volatili si somigliano in quanto hanno la stessa conformazione; l’unica differenza si trova negli uccelli notturni. Questi ultimi assumono una struttura differente che permette loro di volare silenziosamente. Il periodo della muta per i pappagalli è un momento delicato e per questo bisogna alimentarli in modo diverso dal solito.

3/6 – La durata

Spostandoci alla valutazione della durata della muta, essa può variare da un mese e mezzo, fino ai due mesi.
Il periodo non è solamente determinato dal fatto che la muta è graduale e progressiva ma anche dalla tipologia del piumaggio. Le lunghe penne caudali infatti richiedono anche quaranta giorni per una completa ricrescita, così anche le remiganti alari hanno periodi lunghi e, ovviamente non sono mutate contemporaneamente per non impedire all’uccello di volare con difficoltà.
In quel periodo specifico, c’è la necessità di controllare l’animale, e verificare se le unghie e il becco siano o meno cresciuti in modo particolare. Qualora fosse necessario, bisognerà accorciare le piume. Data la delicatezza del momento bisogna somministrare integratori alimentari e vitamine E e D da mescolare con i semi. I pappagalli in questa fase hanno bisogno di tranquillità; bisogna posizionarli in un luogo tranquillo e non troppo caldo. Se notiamo che la pelle è secca bisogna inumidire il loro corpo con uno spruzzino. L’acqua deve essere sempre presente e va cambiata due volte al giorno.

4/6 – Le nuove piume

Il piumaggio dei pappagalli non ha esclusivamente una funzione di carattere estetico, ma è fondamentale anche per quanto riguarda la salute dell’uccello. Quando la muta è finita bisogna controllare l’aspetto delle nuove piume. Se sono morbide e lucenti significa che il nostro amico pennuto è in buona salute, mentre se sono opache o arruffate vuol dire che il volatile non è in buone condizioni. In questo periodo incrementate l’apporto di lipidi perché,soprattutto i colori del piumaggio, i lipocromi, sono determinati dalla rifrazione e la sospensione di goccioline di grasso nella struttura del rachide della penna, quindi una nuova piuma assorbirà molto grasso dalle scorte alimentari. Pastoni del commercio non secchi ma oleosi, semi nobili come lino per gli psittacidi di piccola taglia (neophema, agapornis, calopsitte, ondulati) o girasole e arachide per quelli di grossa taglia (ara, cacatua, parrocchetti Regina Alessandra etc.), sono apporti indicati come supporto alimentare.pappagalli, però, possono arruffare le penne quando hanno caldo; è un modo per fare passare più aria. Allora prima di pensare che la bestiola sta male bisogna monitorare la situazione per qualche giorno, se si verifica qualche peggioramento bisogna chiamare immediatamente il veterinario.

5/6 Guarda il video

https://www.youtube.com/watch?v=NZepKPdLoOA

6/6 Consigli

  • Durante questo periodo è molto importate tenere controllata la salute dei nostri pappagalli in modo da valutare se il processo prosegue nel migliore dei modi.

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