Tartarughe: classificazione e anatomia

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1/8 – Introduzione

Quando parliamo di tartarughe, nel linguaggio comune intendiamo le specie acquatiche, sia marine che di acqua dolce. Quando invece si parla delle tartarughe terrestri si usa il termine testuggini. Dal punto di vista tassonomico però non è così e con il termine tartaruga si comprende entrambi. Questi rettili così diffusi in tutto il nostro pianeta, hanno una storia davvero antica. Si considera che la loro presenza risalga all’incirca a 220 milioni di anni fa, nel periodo del tardo Triassico. Le tartarughe riuscirono a sopravvivere, nonostante la catastrofe che distrusse tutti i grandi rettili. A tutt’oggi mantengono lo stesso particolare aspetto, con la presenza di un grande guscio e con la testa e le zampe retrattili. Le tartarughe sono presenti in quasi tutti i continenti. Tranne l’Antartide, nel quale il clima non consente la loro sopravvivenza. Qui di seguito troveremo alcune utili informazioni sulla classificazione e l’anatomia delle tartarughe.

2/8 Occorrente

  • Interesse per le tartarughe

3/8 – Classificazione

Le tartarughe fanno parte dell’ordine Testudines o Chelonia. Si suddividono poi principalmente in due sottordini: le Cryptodira e le Pleurodira. Le prime formano un gruppo più nutrito, comprendendo le tartarughe marine, quelle di terra e gran parte di quelle di acqua dolce. Le seconde della classificazione sono prevalentemente tartarughe di acqua dolce. Tutte, comunque, posseggono una comune caratteristica: la respirazione dell’aria. Un’altra peculiarità di tutte le tartarughe è la deposizione delle loro uova, che non avviene mai nell’acqua. Alcune di queste specie possono vivere (oltre che in mare, sulla terra o in acqua dolce) anche in ambienti misti. Una particolarità che contraddistingue le tartarughe è la loro longevità. Anche se la loro durata di vita è in relazione alla specie di appartenenza. Le più longeve in assoluto sono le tartarughe giganti, che vivono oltre la soglia dei cento anni di età.

4/8 – Differenze tra le specie

Parliamo ora delle differenze tra le tartarughe d’acqua e quelle terrestri. Chiaramente le prime differenze evidenti sono quelle legate alle zampe. Da un lato abbiamo un tipo di zampa evoluto per consentire la natazione con la formazione di una serie di membrane tra le dita. Le tartarughe di terra invece non hanno queste membrane. Le loro zampe hanno una forma a tubo con dita più sviluppate. Passiamo al guscio. Le tartarughe d’acqua hanno un guscio liscio e morbido che le aiuta nel movimento. Invece le tartarughe di terra hanno una corazza più dura e resistente con forma irregolare. Le differenze non si limitano all’anatomia delle due specie. C’è una grande differenza anche in termini di longevità. Mentre le tartarughe terricole sono più longeve arrivando a vivere più di cento anni, quelle d’acqua vivono in media 15-20 anni. Dal punto di vista del temperamento invece possiamo notare che le tartarughe acquatiche sono più tranquille e interagiscono meno con le persone. Quelle di terra invece sono più soggette ad interazione e per questo hanno un temperamento più attivo. Basti pensare al carattere aggressivo di una tartaruga alligatore.

5/8 – Anatomia

Questi rettili hanno il corpo rinchiuso in un guscio formato da piastre ossee. La porzione dorsale è detta scudo mentre quella ventrale è detta piastrone. Queste due formano due aperture, una anteriore per il capo e arti anteriori, e una posteriore, da cui escono coda e arti posteriori. Lo scheletro facciale è saldato al cranio. Il palato separa la cavità boccale dalle fosse nasali. Le mascelle sono prive di denti ad eccezione di qualche fossile arcaico. Le vertebre e coste sono nella regione toracica saldate insieme. Il guscio è coperto o no di piastre cornee. Gli arti sono adatti sia al movimento sulla terra che trasformati in pale adatte al nuoto. Il resto del corpo è costituito da tegumento più o meno sottile a seconda delle specie. In alcune si formano scaglie cornee o piastre ossee dermiche. Il sistema muscolare è quasi scomparso nel torace mentre è molto sviluppato nel collo e negli arti. Il sistema nervoso è tipico del piano rettiliano. L’apparato respiratoria presenta polmoni molto complicati. Il movimento del collo e degli arti uniti ad un’ampia dilatazione della faringe favorisce il ricambio di una grande quantità di aria che viene spinta nei polmoni. Questo per sopperire all’assenza di movimento della gabbia toracica.

6/8 – Riproduzione

C’è un accoppiamento e dopo la fecondazione la femmina depone le uova in buche nel terreno. Il numero di uova deposte varia a seconda della specie e va da una dozzina fino ad un centinaio di uova. Alla nascita i piccoli sono già perfettamente formati. Hanno un guscio però ancora molle, quindi sono facilmente preda uccelli, pesci e altri animali. Solo dopo parecchi anni la corazza raggiunge la massima durezza e resistenza.

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8/8 Consigli

  • Le tartarughe sono animali affascinanti e sorprendenti. Osservandole si possono scoprire delle abitudini e dei comportamenti impensabili.

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