Animali in appartamento: come tutelarsi dai vicini

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1/4 – Introduzione

Sempre più persone, oggi, decidono di accogliere un animale domestico presso la propria abitazione. C’è chi sceglie i classici cane e gatto, chi si orienta verso i piccoli roditori, chi si lascia affascinare dal corpo sinuoso dei rettili e chi, per dare un tocco esotico alla propria esistenza, opta per i pappagalli. Indipendentemente dalla scelta del proprio animale da compagnia, però, i proprietari sono tenuti a rispettare un ferreo regolamento condominiale, che può essere di tipo assembleare o contrattuale. Nel primo caso, le norme vengono stabilite in seno ad un’assemblea, alla quale partecipano tutti gli inquilini dello stabile. Nel secondo, invece, ogni regola viene impressa, nero su bianco, sul contratto firmato al momento dell’acquisto. I regolamenti possono essere talvolta assai restrittivi, tuttavia il loro rispetto assicura una convivenza pacifica all’interno dell’immobile. Nei passi di questa guida vedremo assieme come tutelarsi da vicini e dirimpettai in caso di anima presenti nel proprio appartamento e se è eventualmente possibile cambiare il regolamento imposto alla sottoscrizione del contratto di acquisto/locazione.

2/4 – Tenere un animale domestico è legale

Esiste una specifica legge, la n. 220 del 2012, che sovrasta qualsiasi regolamento condominiale e sancisce che nessuno, all’interno di uno stabile, può vietare la detenzione di un animale domestico da parte di un condomino. La normativa tutela così gli amanti degli animali e le stesse creature da questi adottate, senza tuttavia chiarire cosa sia effettivamente un “animale domestico”. Per banale che possa sembrare, l’assenza del chiarimento apre le porte a fraintendimenti, malumori e screzi tutt’altro che semplici da risolvere. Chi può dire, infatti, che un gallo non sia un animale domestico? Eppure il suo verso vigoroso, alle prime luci del mattino, potrebbe irritare l’intera palazzina. In linea generale, dunque, è bene leggere con attenzione il regolamento condominiale prima di prendere qualsiasi decisione. Se questo consente infatti il possesso di cani, gatti, canarini e criceti, potrebbe non essere aperto alla presenza di ratti o animali esotici. Chi è in affitto, inoltre, deve fare riferimento al contratto di locazione, poiché il proprietario dell’immobile è l’unico a poter vietare l’accesso da parte degli animali al proprio appartamento.

3/4 – Vigilare sul proprio animale è un dovere

Dopo aver vagliato accuratamente il pacchetto di regole imposte agli inquilini, ogni proprietario deve tenere a mente di essere responsabile per l’operato del proprio animale. Ciò vuol dire che deve saperlo educare al rispetto, senza mai arrecare danno ad alcuno o minare la stabilità degli spazi comuni. Appare chiaro, dunque, che per tutelarsi dai vicini si deve curare l’igiene, la salute ed il benessere del proprio amico peloso. Un animale malato, poco attenzionato e non curato, infatti, può diventare veicolo di malattie e rappresentare così una minaccia. Un animale poco educato può arrecare danni alle strutture, intimorire le persone e manifestare comportamenti fraintendibili. La vigilanza da parte del proprietario è dunque doverosa e comprende il possesso di museruole, sacchetti e palettine da utilizzare al momento più opportuno.

4/4 – Contattare un educatore professionale può essere necessario

Per quanto si possano amare Fido e Fufi, miagolii e latrati martellanti sono capaci di annoiare qualsiasi vicino. In questi casi è bene contattare degli educatori professionali (comportamentalisti cinofili e felini), in grado di comprendere il disagio dell’animale e migliorarne il comportamento. Tale misura è fondamentale per evitare una denuncia all’ASL, che è possibile quando il disturbo arrecato dall’animale è importante e causa danni psichici e fisici a quanti lo subiscono. In linea generale, gli animali manifestano malessere se si sentono abbandonati, quindi possono avere un comportamento molesto quando il proprietario esce e li lascia da soli. Per tale ragione è bene fornire loro un ambiente confortevole ed educarli a non sentire il trauma del temporaneo distacco.

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