Come allevare un falco pellegrino

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1/7 – Introduzione

Il falco pellegrino è una delle specie appartenenti alla famiglia dei Falconidi, che probabilmente è quella più diffusa al mondo. Questo animale è conosciuto come il più veloce fra gli esseri viventi. Quando si lancia in picchiata durante le sue battute di caccia, infatti, riesce facilmente a raggiungere una velocità impressionante di circa 320 km/h. Le dimensioni del falco pellegrino raramente superano i 50 cm, mentre la sua apertura alare è di circa un metro ed è maggiore negli esemplari di sesso femminile. Il dorso dell’animale è di colore nero e spesso presenta anche delle sfumature tendenti al blu; la punta delle ali è di un nero intenso, mentre la coda è lunga, sottile e striata. Le zampe e il becco sono di colore giallo e la particolare conformazione di quest’ultimo, assieme agli artigli possenti, rendono il falco pellegrino uno dei migliori predatori del regno animale. Proprio grazie alle sue grandi capacità predatorie e per il fascino che ispira, è senza alcun dubbio uno degli uccelli migliori da allevare e addestrare nella disciplina della falconeria. Con i passaggi seguenti vi daremo alcune indicazioni di carattere generale su come è possibile allevare in modo corretto un falco pellegrino.

2/7 Occorrente

  • Coppia di falchi pellegrini
  • Cuccioli di falco
  • Carne fresca

3/7 – Conoscere le caratteristiche

Cominciamo subito col dire che l’allevamento del falco pellegrino viene praticato soprattutto con la finalità del successivo addestramento per l’utilizzo del rapace come supporto nelle battute di caccia. La tecnica di allevamento che andremo a illustrarvi ha avuto una diffusione maggiore soprattutto durante l’ultimo cinquantennio, in seguito ad una rapidissima diminuzione della presenza dei falchi pellegrini in moltissime zone del pianeta. Questo evento è accaduto soprattutto a causa dell’utilizzo sempre più elevato di pesticidi nella produzione agricola, i quali intaccano irreparabilmente, una volta ingeriti, il delicato apparato alimentare dell’uccello. È bene sapere fin da subito che la riproduzione in cattività dell’animale non è semplice da eseguire e necessita di molta pazienza, oltre che di un buon numero di esemplari di partenza. Questa specie, inoltre, presenta infatti un’elevata mortalità infantile che, nel caso di utilizzo di pochi riproduttori, arresterebbe in modo piuttosto rilevante il ricambio generazionale. La maturità sessuale dell’animale viene raggiunta dopo i 2 anni di età, ma solitamente ne sono necessari almeno 5 perché una coppia in cattività riesca a portare a termine la prima nidiata. Tutte queste che abbiamo elencato sono pertanto le ragioni per cui è necessaria un’ottima conoscenza di questa specie, ma è anche indispensabile davvero molta pazienza per allevare nel modo corretto questo esemplare. Rivolgersi a coloro che praticano questi allevamenti da anni può essere una buona soluzione per avere delle indicazioni precise su come procedere. Ad ogni modo è bene non improvvisarsi.

4/7 – Aiutare i genitori

Nei primi giorni di vita i piccoli necessitano di un sostegno genitoriale. Vengono imboccati infatti dai genitori con dei piccoli pezzetti di carne o muscoli della preda. Sono proprio i genitori a regolare la quantità di cibo che i piccoli devono introdurre: sono loro che aumentano gradualmente il volume del cibo con il passare dei giorni. È importante sapere che i piccoli non sono in alcun modo competitivi tra di loro e spesso condividono allegramente il cibo che gli viene fornito, senza litigare e senza contenderselo. In assenza dei genitori, nel caso di decesso di questi per esempio, è praticamente impossibile tenere in vita i piccoli in questa fase iniziale dello sviluppo, poiché sono molto diffidenti e non accetterebbero il cibo da un umano. Ad ogni modo il vostro compito consisterà essenzialmente nel procurare della carne fresca per i genitori dei piccoli. Già dopo il primo mese dalla nascita subentra la fase di involo, durante la quale i falchi pellegrini insegnano ai propri nuovi nati le basi del volo, dapprima con dei piccoli giri intorno al nido e solo successivamente con dei voli sempre di maggiore durata. Dunque è chiaro che anche in questo caso voi non potete fare molto, oltre ad assicurarvi che i piccoli non superino il recinto. Nell’ultima fase prima di raggiungere la piena indipendenza, i genitori catturano le prede, tramortendole solamente, e le riportano ai piccoli in modo tale che siano questi a ucciderle. Dopo questa fase i falchetti sono già formati e pronti all’addestramento alle tecniche di caccia in volo. Come avrete sicuramente compreso, è indispensabile non intromettersi nel ruolo genitoriale, in quanto svolgono un ruolo essenziale al mantenimento in vita dei piccoli, nonchè al loro sostentamento e alla maturazione delle loro caratteristiche fisiche e caratteriali. Solo quando saranno indipendenti al punto giusto, potranno iniziare la fase di addestramento, che vi vedrà protagonisti.

5/7 – Addestrare il falco

È sicuramente noto che per l’addestramento di un esemplare del falco pellegrino occorre davvero molto tempo e una buona dose di pazienza. Un buon addestramento ha bisogno di falchi giovani, in quanto la loro mente è ancora aperta: solamente in questo modo riusciranno ad apprendere e adattarsi molto rapidamente. Il falconiere deve innanzitutto farsi riconoscere dai piccoli come il “terzo” genitore, come colui che comanda e che è in grado di guidarli: non deve avere timore di voi, bensì dovrete riuscire a conquistare la sua fiducia. Per fare questo è sicuramente necessario seguire nell’addestramento la stessa tecnica che usano i veri genitori del falco, ovvero somministrare all’uccello piccole dosi di carne dell’animale per la caccia del quale lo si vuole ammaestrare, fino ad arrivare a portargli la preda morta intera. Procedendo in questo modo, il falco riesce a riconoscere il sapore e l’odore della carne, affinché possa catturare poi solo la preda necessaria. È importante che il falco pellegrino cacci tutti i giorni, volando per almeno un’ora al giorno, in modo tale che possa sentirsi libero e appagato e potendo massimizzare in questo modo la sua esperienza. Per quanto riguarda la fase di addestramento non c’è una durata predefinita, in quanto questa varia per ogni esemplare. Generalmente occorrono dai 3 ai 4 mesi per riuscire a ottenere dei risultati significativi e ottimali. L’esperienza di allevamento sicuramente cambierà la vostra vita, in quanto vi renderà più pazienti, rispettosi degli altri e degli ottimi osservatori, quindi preparatevi a questa svolta nei più piccoli dettagli.

6/7 Guarda il video

https://www.youtube.com/watch?v=cHoOi5yrE7o

7/7 Consigli

  • Fate controllare sia i genitori che i piccoli da un veterinario esperto.

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