Come insegnare a parlare ad un pappagallo

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1/6 – Introduzione

I pappagalli certamente sanno comunicare, ma non hanno quella capacità di linguaggio tipico degli esseri umani. Gli animali, e in questo casi i pappagalli, sono in grado di trasmettere informazioni utilizzando canali uditivi, olfattivi, tattili e anche sonori. Tuttavia, se abbiamo l’intenzione di prendere un pappagallo con la convinzione che poi un giorno potrà parlare con noi, stiamo sbagliando. Per far sì che comunichino con noi dobbiamo dedicare loro molto tempo e mettere in campo tutta la pazienza di cui siamo capaci, senza comunque pretendere di poter conversare con loro come facciamo con un essere umano. Senza dubbio, però, possiamo insegnar loro a pronunciare delle parole. Alex, il famoso pappagallo cenerino, ad esempio, ne imparò un centinaio. Vediamo allora di seguito alcuni consigli su come insegnare a parlare a questo splendido volatile.

2/6 – Scegliere il pappagallo

I pappagalli sono animali fantastici, molto intelligenti e affettuosi. La cosa più bella, e anche divertente, che un pappagallo può fare, è imparare a parlare, o meglio a ripetere alcune parole del nostra linguaggio. Il primo passo è quello di recarci presso un negozio di animali e cercare l’esemplare giusto. Non tutti i volatili, infatti, sono in grado di parlare. Quelli più indicati sono i pappagalli di taglia grande come ad esempio l’ara, il cenerino o il cacatua. L’esemplare che andremo a scegliere dovrà essere molto giovane perché in questo modo potrà apprendere molto più facilmente sia le nostre abitudini sia gli insegnamenti che gli vogliamo impartire. Una volta scelto l’esemplare possiamo cominciare il nostro cammino insieme a lui.

3/6 – Instaurare un rapporto di fiducia

Dobbiamo essere consapevoli che non bastano pochi minuti al giorno. Sarebbe opportuno creare un vero e proprio programma di apprendimento. La pazienza e la costanza sono senza dubbio tra gli ingrediente che non possono certo mancare: dobbiamo mettere in conto alcune soddisfazioni ma anche il doppio dei fallimenti. Questo naturalmente solo per i primi tempi, una volta che il nostro volatile comincerà ad avere fiducia in noi, il cammino diventerà sicuramente più semplice. Davanti ai cosiddetti fallimenti, non dobbiamo mai arrenderci, anzi questi dovranno essere presi come stimolo a continuare fino ad ottenere risultati soddisfacenti.

4/6 – Iniziare con parole semplici

Una volta portato a casa, non dobbiamo certo pretendere che il pappagallo ripeta sin da subito tutto quello che diciamo. Prima di tutto dobbiamo fare in modo che l’animale abbia in noi la massima fiducia. Per questo dobbiamo instaurare con lui un buon rapporto. Per far ciò, è necessario accudirlo in prima persona senza mai delegare un’altro membro della famiglia, cercare di passare più tempo possibile insieme, accarezzarlo il più possibile in maniera che si senta amato ed apprezzato, e soprattutto parlargli spesso in modo che si abitui al suono della nostra voce. Questo significa che dobbiamo tenerlo fuori dalla gabbia il più possibile in modo che si possa abituare alla nostra presenza. Vi sono alcuni esemplari che, se non accuditi nel modo giusto, entrano in depressione e piano piano si lasciano morire. Non dimentichiamo, infatti, che i pappagalli sono degli animali (e non dei giocattoli) e in quanto tali hanno bisogno di amore e di tante attenzioni. Una volta, quindi, che abbiamo stabilito il giusto contatto, possiamo cominciare l’addestramento e a parlare con lui non con frasi complesse, ma con piccole parole corte e facili da ripetere. Le più classiche sono: ciao, bravo, bello ecc. Cerchiamo di ripeterle il più possibile associandole a carezze e piccoli premi.

5/6 – Incoraggiare gli episodi positivi

Incoraggiamo il nostro pappagallo anche se imita semplicemente una nostra vocale o una parte di una parola. In questo modo rafforzeremo positivamente il suo apprendimento. Questo può essere fatto sia attraverso dei premietti, sia semplicemente con un tono della nostra voce più concitato. Non ricompensiamolo mai quando non parla. E soprattutto, facciamo in modo che l’esercizio non duri più di cinque minuti alla volta. Oltre questo lasso di tempo, infatti, si annoierà e sarà meno attento. Inoltre, durante, gli esercizi cerchiamo di tenere il pappagallo il più vicino possibile alla nostra bocca e in una posizione frontale. In questo modo, ci assicureremo di avere la sua massima attenzione. In tal modo, infatti, il nostro volatile riuscirà a concentrarsi maggiormente sui suoni da riprodurre. È consigliato ripetere anche delle parole associandole a delle azioni: ad esempio la parola “su” quando lo solleviamo. Ovviamente, non facciamo ascoltare al nostro volatile parole che non deve imitare. Se ciò dovesse accadere, scoraggiamo gli episodi da non ripetere ignorandolo.

6/6 Consigli

  • Ricompensare il pappagallo quando parla al di fuori degli esercizi di addestramento
  • Evitare di far ascoltare al pappagallo parole che non vogliamo che ripeta. Scoraggiamo, ignorandolo, gli episodi da non ripetere.

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